Capitone all’arancia

Ingredienti

1 capitone di circa 1 kg, 2 arance, 30 gr di uva passa, mezza cipolla, 1 spicchio di aglio, farina, 1,5 dl di marsala, olio d’ oliva, sale, pepe.

Preparazione

Pulite il pesce con cura, spellatelo quindi lavatelo, asciugatelo e tagliatelo a tocchetti.Lasciate riposare il capitone per circa un’ora in una marinata preparata con il marsala e con succo di un’arancia filtrato, avendo cura di rigirarlo, di tanto in tanto.

Rosolate un trito finissimo di aglio e cipolla in poco olio, quindi unite i pezzi di capitone, che avrete sgocciolato con cura e leggermente infarinato.

Fate rosolare i pezzi di pesce da entrambi i lati, quindi scolateli, lasciateli asciugare su carta assorbente da cucina e, cospargeteli di sale e pepe.

Pulite il tegame dal condimento e rimettetelo sul fuoco con i pezzi di capitone, l’uva passa, precedentemente ammorbidita in acqua tiepida e sgocciolata e il liquido della marinata.

Lasciate cuocere a fuoco moderato per circa mezz’ora, continuando a mescolare in modo da insaporire bene i pezzi di pesce.

A fine cottura il sugo dovrebbe risultare ben denso; se fosse troppo liquido scolate i pezzi di pesce e addensatelo con un po’ di farina.

Disponete il pesce su un piatto da portata, copritelo con la salsa e, guarnite con alcune fettine d’arancia spellata e servite.

Note

L’anguilla è un pesce teleosteo della famiglia Anguillidae. In alcune regioni italiane la femmina di grandi dimensioni (lunghe fino a un metro e mezzo) viene chiamata capitone mentre il maschio, sottile e trasparente (40–60 cm), prende il nome di ceca. La femmina può raggiungere i 3 kg di peso.

Gli esemplari di dimensioni maggiori (femmine) sono molto apprezzati in cucina e vengono di solito messi in vendita vivi, in apposite vasche colme d’acqua dolce.

L’anguilla è destinata tipicamente al consumo natalizio. Viene preparata in umido, o anche fritta.

Gli avanzi vengono di solito riciclati il giorno successivo dopo averli marinati in aceto aromatizzato con origano, alloro, aglio e pepe. Si tratta di una pietanza molto grassa (circa 24 g di grassi su 100 g di prodotto fresco).

Al di fuori della tradizione natalizia si preferisce la preparazione alla brace che, permettendo la colatura del grasso in eccesso, garantisce una digeribilità più elevata.

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